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Nel 2008, proclamato dalla Commissione europea "Anno europeo del dialogo interculturale", il Consiglio d'Europa ha definito il dialogo interculturale come: "un aperto e rispettoso scambio di punti di vista tra individui e gruppi appartenenti a culture differenti, che conduce ad una comprensione più approfondita della percezione globale dell'altro". È su questo aspetto che tenterò di concentrarmi: sul valore che la figura di Filone di Alessandria può rivestire per il dialogo tra le culture e sulla pratica di interculturalità che egli ci consegna nelle fonti rimasteci. Cercherò di perseguire questo obiettivo, però, guardando a Filone con occhio carico di alterità, ossia con occhio esterno. Non da una prospettiva interna all'ebraicità dell'autore, ossia a partire dall'alveo culturale nel quale si situa la sua identità più profonda, le sue convinzioni religiose e valoriali, legate eminentemente alla Torah e alla sua interpretazione, bensì a partire dalla sua configurazione come filosofo, come voce autorevole nel panorama filosofico della sua epoca.